Sperimentiamo il mondo che ci circonda, e gli diamo un significato, attraverso tutti i nostri sensi e con tutto il nostro corpo. Perché non avvicinarsi alla rappresentazione dei dati con un approccio simile, olistico e multisensoriale? Paolo Ciuccarelli, professore di Design presso la Northeastern University, condivide un nuovo articolo che esplora il mondo della "data embodiment". Questo studio è diviso in tre parti e in questo primo numero Ciuccarelli riflette sul lavoro di Lins Derry a riguardo della coreografia dei dati.
Lins, direttrice presso il metaLAB di Harvard, analizza come i modelli coreografici possano essere applicati a diversi processi di design, in particolare nell'interazione uomo-computer attraverso il concetto di interfacce coreografiche: "il corpo è spesso il suo punto di indagine e intervento nei campi del design e della performance". L'attenzione alle rappresentazioni dei dati deriva dalla consapevolezza di come il processo del coreografo nell'organizzare i corpi nello spazio assomigli a quello di visualizzare i dati su schermo o carta, in particolare nella loro disposizione.