Dal 1979 l’Ars Electronica Festival è un centro focale per l’arte, la tecnologia e l’innovazione, nella vivace città di Linz. Organizzato all’interno del rinomato Ars Electronica Center, questo evento annuale esplora una vasta gamma di tematiche all’avanguardia, dall’intelligenza artificiale alla robotica alla biotecnologia. Il titolo di quest’anno, "Who Owns the Truth?", approfondisce il complesso concetto del possesso della verità, sfidando i partecipanti a riflettere su questa domanda tramite mostre immersive, talks e workshops.
Una delle opere più interessanti è stata “Project Humanity”, creata da NTT, WITH ALS e Dentsu Lab Tokyo. Questa installazione di R&D esplora dimensioni sconosciute dell'esperienza umana. Osservare un avatar controllato a distanza tramite segnali di elettromiografia da individui affetti da SLA è stata un’esperienza profondamente coinvolgente, che ha svelato un mondo di possibilità ed evocato un profondo senso di gioia e liberazione.
Questa perfetta integrazione tra tecnologia e spirito umano appare anche in Swirling Senses, realizzato da Thomas Tucker e Thom Judson. Quest'opera immerge gli utenti in un affascinante viaggio VR in cui un set di plastica si trasforma in una straordinaria avventura multisensoriale subacquea, guidata dagli artisti e dalla sensibilità stessa dell'utente.
Xs Sculpture, la terza installazione tra le nostre preferite è quella di AxLab che ha presentato un'interfaccia utente che cambia forma tramite dei bracci meccanici che si muovono in modo randomico fino a quando diventano docili all'avvicinarsi della presenza umana. Tale interazione simboleggia la necessità da parte dell’uomo di instaurare un rapporto di fiducia con la macchina, che diventa quasi emotivo nel momento in cui si crea un dialogo fluido tra essi.
Queste esperienze mettono in luce l’intricata relazione tra umanità e la tecnologia, spingendoci a cercare una comprensione più profonda nel percorso di avvicinamento alle macchine che plasmano il nostro futuro. Il festival ci ricorda che le risposte possono essere sfuggenti, ma il percorso stesso diventa un’utile esplorazione del paesaggio tecnologico in costante mutamento.
