The Visual Agency ha organizzato il 15 aprile 2025 l’evento Accessibilità nel digitale: dai siti web ai dati, una giornata di confronto e approfondimento su uno dei temi più cruciali e sfidanti della trasformazione digitale. L’incontro ha visto la partecipazione di esperti legali, designer, ricercatori, rappresentanti del mondo aziendale e persone con esperienza diretta di disabilità, offrendo una visione a 360 gradi su come promuovere l'inclusione digitale.


Dalla prospettiva normativa a quella progettuale, passando per l’esperienza diretta degli utenti, l’obiettivo è stato quello di promuovere una cultura dell’accessibilità come diritto e responsabilità condivisa, che va oltre l’obbligo di legge e valorizza le persone.
L’inclusione è stata il filo conduttore di tutti gli interventi. Come ha evidenziato in apertura l’avvocato LLM di Bip Daniele Cutolo, la normativa sull’accessibilità non è solo un vincolo legale, ma l’espressione di un diritto fondamentale all’informazione e alla partecipazione digitale. Dalla Legge Stanca del 2004 alle direttive europee più recenti, oggi esiste un impianto giuridico che impone standard minimi, ma che offre anche molte opportunità per le organizzazioni che scelgono di fare di più.
A sottolineare l’importanza del punto di vista degli utenti è stato il dott. Francesco Cusati, esperto di accessibilità aziendale dell’Istituto dei Ciechi di Milano, che ha mostrato dal vivo come la tecnologia assistiva possa supportare l’autonomia delle persone con disabilità visiva. Attraverso comandi vocali e interazioni touch, Cusati ha illustrato l’utilizzo pratico di screen reader e dispositivi mobili per l’accesso a contenuti, moduli e servizi digitali. L’Istituto, da anni, promuove iniziative di formazione, sensibilizzazione e sperimentazione tecnologica, puntando a una cultura dell’accessibilità che sia capillare, concreta e aggiornata.


In questa stessa direzione si è inserito l’intervento di Beatrice Bazzan, digital designer di The Visual Agency, che ha condiviso riflessioni e pratiche progettuali legate all’accessibilità nella visualizzazione dei dati. Dopo aver citato alcuni progetti realizzati per Banca Etica e PoliS-Lombardia, Bazzan si è concentrata sulla realizzazione di una palette di colori accessibile a persone ipovedenti e con daltonismo, presentando un paper di ricerca dedicato. Un ambito spesso trascurato, che mostra come anche scelte apparentemente semplici, come la definizione di palette e contrasti, possano avere un impatto reale, pur rappresentando solo una parte del più ampio panorama dell’accessibilità.

A chiudere l’evento, il prof. Paolo Ciuccarelli ha ampliato la riflessione con una visione di più ampio respiro. Secondo i dati WebAIM, molte realtà digitali presentano ancora margini di miglioramento significativi, specialmente in contenuti visivi e interattivi. Ciuccarelli ha lanciato un appello a progettare con empatia e rigore, proponendo un approccio umanocentrico che tenga conto non solo degli strumenti, ma anche del contesto emotivo, cognitivo e sociale in cui avviene l’interazione digitale.
Conclusioni: accessibilità come valore condiviso
Il messaggio finale dell’evento è stato semplice ma forte: l’accessibilità digitale è una questione di equità, efficienza e visione. Oltre 1,3 miliardi di persone nel mondo convivono con una disabilità, senza contare tutte le situazioni temporanee o invisibili. Rendere i servizi digitali accessibili significa raggiungere più utenti, migliorare l’esperienza di tutti e creare un impatto positivo sulla società. In un mondo dove l’inclusione è sempre più un valore riconosciuto, progettare accessibile non è solo giusto, è intelligente.